Riflessioni sull’Art. 230 bis c.c. alla Luce dell’Ordinanza Interlocutoria n. 1900/2024 della Corte di Cassazione

in Diritto di Famiglia

Introduzione

L’articolo 230 bis del codice civile italiano, inserito nel contesto del diritto di famiglia, regolamenta le dinamiche e i diritti dei familiari che partecipano all’attività dell’impresa familiare. La recente Ordinanza Interlocutoria n. 1900/2024 della Corte di Cassazione ha posto in risalto questioni di legittimità costituzionale relative a questa norma, aprendo un dibattito significativo su chi debba essere considerato “familiare” ai fini del diritto al lavoro e alla partecipazione agli utili dell’impresa.

Il Contesto dell’Art. 230 bis c.c.

L’art. 230 bis c.c. si colloca nell’ambito delle disposizioni che regolano le imprese familiari, riconoscendo e tutelando il lavoro dei familiari che contribuiscono in maniera continuativa all’attività imprenditoriale. Secondo il primo comma, il familiare partecipa non solo agli utili dell’impresa, ma anche ai beni acquistati con essi e agli incrementi dell’azienda, in proporzione al lavoro prestato. Il terzo comma fornisce una definizione di “familiare”, includendo il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo, ma escludendo esplicitamente i conviventi more uxorio.

L’Ordinanza Interlocutoria n. 1900/2024

Le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1900/2024, hanno rilevato una questione di legittimità costituzionale dell’art. 230 bis, terzo comma, c.c., ponendo in discussione l’esclusione dei conviventi more uxorio. Tale esclusione potrebbe contrastare con i principi di uguaglianza e non discriminazione garantiti dalla Costituzione Italiana (artt. 2, 3, 4, 35 e 36) e dalle normative europee (Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo).

Implicazioni dell’Ordinanza

Questa ordinanza solleva questioni significative sulla natura del lavoro familiare e sull’evoluzione del concetto di famiglia nella società contemporanea. La decisione di escludere i conviventi more uxorio potrebbe rappresentare una discriminazione ingiustificata, non riflettendo le dinamiche familiari moderne. Inoltre, pone in luce l’importanza di un’interpretazione del diritto che sia conforme ai principi costituzionali e ai diritti fondamentali.

Considerazioni Finali

L’art. 230 bis c.c., con la sua attuale formulazione, rappresenta un punto di equilibrio tra la tutela del lavoro familiare e il riconoscimento delle varie forme di famiglia. Tuttavia, l’Ordinanza n. 1900/2024 ci ricorda che tale equilibrio deve essere costantemente rivalutato alla luce delle evoluzioni sociali e giuridiche. La questione sollevata dalla Corte di Cassazione non è solo un punto di diritto, ma un segnale dell’evoluzione del concetto di famiglia e della necessità di un approccio giuridico più inclusivo e rappresentativo delle realtà familiari contemporanee.

Fonti

  • Codice Civile Italiano, Art. 230 bis
  • Ordinanza Interlocutoria n. 1900/2024 della Corte di Cassazione
  • Costituzione Italiana
  • Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea
  • Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo