La prova preselettiva nei concorsi è pienamente legittima.

in Diritto Amministrativo

Questo il contenuto della recentissima sentenza del TAR Lazio, Sezione 3-bis, n. 2288/2020.

Il tribunale è stato chiamato per giudicare la legittimità della procedura di un concorso pubblico. In particolare sulla così detta fase “preselettiva”.

Il caso specifico riguardava delle assunzioni nella scuola pubblica e il MIUR aveva emanato il bando prevedendo, come primo step, un prova composta da domande a risposte multipla (le così dette crocette) sulla base delle quali sarebbero stati respinti il 94% dei candidati.

La prova preselettiva, in realtà, è oramai una prassi consolidata per la PA, e viene utilizzata proprio per ridurre, in via preliminare, l’enorme numero di candidati che consuetamente si iscrivono per partecipare ai concorsi pubblici. Questa pratica, tuttavia, come è immaginabile fa storcere il naso a molti candidati, che si sentono esclusi arbitrariamente prima ancora di poter effettivamente dimostrare la propria conoscenza, essendo troppo casuale un sistema basato su semplici domande chiuse e su una soglia di punteggio da raggiungere.

Nel caso specifico i ricorrenti lamentavano il carattere regionale delle graduatorie (ogni regione aveva, infatti una sua graduatoria, con la conseguenza che in alcune regioni, come in quelle del sud, fosse molto più difficile superare la prova, visto l’alto numero di iscritti), la mancata previsione di una soglia minima (per accedere alle altre prove non era necessario raggiungere un punteggio, ma entrare nei primi posti della conseguente graduatoria) e l’eccessivo sfoltimento dei candidati (da oltre 100.00 a poco più di 6.000), che, come sostenevano i ricorrenti, contrastava il principio del buon andamento dell’amministrazione.

Tutti questi elementi contestati, in realtà, sono molto spesso impiegati in concorsi pubblici. Spesso, i concorsi a livello nazionale cercano dei soggetti che, però, dovranno essere distribuiti, secondo il bisogno, su base regionale.

Il tribunale amministrativo ha ritenuto che tale contestata prova rispettasse i principi di buna organizzazione, efficienza e razionalità dell’azione della Pubblica Amministrazione.

La preselettiva strutturata a domande multiple è stata ritenuta idonea a valutare il livello culturale base dei corsisti, allo scopo di ridurne il numero, per accelerare l’iter concorsuale, non potendo considerarsi, dunque, per nulla irragionevole.

In attinenza alla soglia per il passaggio di tale prova, proseguono i giudici, rientra nella discrezionalità amministrativa decidere il numero di soggetti che meritano il passaggio, non essendo sindacabile dal tribunale.

Come spesso accade, questo tipo di ricorso si rivela “molto difficile”, e quest’ultimo intervento giudiziario potrebbe mettere una pietra tombale sulle speranze dei corsisti scartati nella fase preliminare di ogni gara pubblica per la ricerche di dipendenti compiuta dallo Stato o da altri Enti pubblici.